Come aumentare la velocità di elaborazione negli anziani

La velocità nel processare le informazioni visive consiste nella rapidità con cui, dopo aver visto uno o più elementi (possono essere oggetti, persone) riusciamo ad elaborarli per poi decidere in seguito se usare quell’informazione per compiere un’azione. Un esempio? Quando stiamo guidando, osserviamo più elementi nel nostro campo visivo. Alcuni sono prevedibili, come il tragitto abituale che da casa ci porta a lavoro, altri sono imprevedibili, come una persona che attraversa la strada davanti a noi, improvvisamente, per rincorrere il bus alla fermata. In quest’ultimo caso è molto importante che noi prestiamo attenzione alla strada e in particolare è fondamentale elaborare velocemente quello che abbiamo visto. Questo ci consentirà infatti di comprendere la situazione e compiere un’azione nel più breve tempo possibile, come fermare immediatamente la nostra auto.

La velocità di elaborazione delle informazioni, che ci permette di rispondere prontamente all’imprevisto come quello visto sopra, negli adulti diminuisce con l’invecchiamento. Per gli adulti più anziani, quindi, potrebbe passare più tempo da quando si vede un oggetto (o una persona che attraversa la strada improvvisamente) a quando si decide di fermare la macchina per evitare un incidente.

Essendo questa abilità fondamentale in molte azioni della vita quotidiana, il gruppo di ricerca di Penning e collaboratori, hanno indagato se un allenamento cognitivo specifico possa migliorare la velocità di elaborazione dell’informazione visiva. Gli autori dello studio decisero quindi di proporre l’allenamento a un gruppo di adulti volontari di età media di circa 69 anni e verificare se, confrontando la velocità di elaborazione prima e dopo di training, questo si dimostrasse efficace. Lo studio, dal titolo “Alertness Training Increases Visual Processing Speed in Healthy Older Adults” è stato pubblicato nel 2021 sulla rivista Psychological Science.

Vediamo insieme in che cosa consisteva il training e i risultati a cui ha portato.

Ai partecipanti dello studio veniva chiesto di osservare, tramite un monitor, una corsa in auto dalla prospettiva del guidatore, come se fosse un videogioco. L’auto procedeva a velocità sostenuta e alcuni elementi inaspettati (come alberi, semaforo rosso, macchine parcheggiate) comparivano all’improvviso e quindi potevano rappresentare degli ostacoli improvvisi. Ogni partecipante, appena vedeva comparire uno di questi ostacoli, doveva premere un pulsante che consentiva di fermare l’auto. A loro era stato chiesto di fare ciò nel più breve tempo possibile, in modo da non provocare virtualmente un incidente. In questo modo veniva allenata la velocità di elaborazione degli elementi presentati visivamente, dal momento che questo training veniva ripetuto più volte e diventava sempre più difficile man mano che il partecipante migliorava.

Grazie ad opportune analisi statistiche, è stato osservato che i volontari che avevano preso parte a questo specifico training, miglioravano significativamente la loro velocità di elaborazione delle informazioni visive.

Gli autori nello studio hanno inoltre indagato la connettività cerebrale dei partecipanti, grazie ad una particolare applicazione della risonanza magnetica cerebrale. La connettività cerebrale consiste nella comunicazione tra aree cerebrali, ciascuna costituita da numerosissimi neuroni. È utile studiare la connettività tra aree del cervello per comprendere quanto esse comunichino tra loro, requisito indispensabile per eseguire determinati compiti cognitivi (come i compiti che richiedono di memorizzare qualcosa o di individuare un elemento, elaborarlo e rispondere compiendo un’azione, come in questo studio). In studi precedenti è stato osservato che la connettività cerebrale diminuisce con l’invecchiamento.

Nello studio “Effetti dei training cognitivi sul cervello e sulla connettività” abbiamo visto infatti come la connettività cerebrale sia fondamentale per il funzionamento cognitivo e possa migliorare in seguito ad un percorso di allenamento delle abilità cognitive, confermando i dati ottenuti da studi precedenti.

La presente ricerca, di Penning e collaboratori, conferma l’ipotesi di una maggiore connettività cerebrale, nei partecipanti allo studio che avevano fatto i maggiori miglioramenti di velocità di elaborazione delle informazioni. In questo modo è stato visto che chi gode di una migliore comunicazione tra le aree del cervello, più facilmente può migliorare nei compiti di elaborazione degli stimoli visivi come quello visto prima.

Questa è naturalmente una condizione creata apposta per lo studio ma intanto ci suggerisce quanto gli interventi che intendono migliorare la velocità di elaborazione, siano efficaci, soprattutto in età avanzata. Da questo si possono trarre dei benefici in diverse attività quotidiane e nel far fronte agli imprevisti.

Sarebbe interessante poter partire da questi risultati per programmare dei veri e propri allenamenti cognitivi per migliorare la velocità di elaborazione, la prontezza, in particolar modo nella popolazione più anziana.

Il video ci spiega quali siano i processi cognitivi necessari per evitare un’incidente, dall’osservare il passante all’eseguire un’azione (fermare l’auto). Come abbiamo visto sopra, la capacità di elaborazione dell’informazione visiva può essere allenata.

Riferimento bibliografico:

Penning, M. D., Ruiz-Rizzo, A. L., Redel, P., Müller, H. J., Salminen, T., Strobach, T., … & Finke, K. (2021). Alertness training increases visual processing speed in healthy older adults. Psychological science32(3), 340-353.