
Un’associazione tra progetto di vita e mortalità

Sempre più ricerche si sono occupate di studiare quanto il possedere degli obiettivi e scopi nella vita possa incidere sulla qualità della vita stessa.
Avere uno progetto di vita implica organizzare la propria quotidianità secondo degli obiettivi specifici ed è associato alla motivazione di mantenere dei comportamenti salutari, come una corretta alimentazione e alla minore probabilità di incorrere in episodi di depressione, disturbi del sonno, ma anche al minore rischio di insorgenza di diabete e ictus. Lo scopo nella vita è anche correlato all’attribuzione di un significato all’esistenza.
Questo concetto non solo è associato ad una qualità di vita migliore. Una meta-analisi pubblicata nel 2016 (Cohen R, Bavishi C, Rozanski A., 2016) ha infatti evidenziato come avere degli obiettivi nella vita fosse associato al vivere più a lungo.
Tuttavia, i ricercatori Alimujiang e collaboratori hanno notato che negli studi inclusi nella meta-analisi non sono stati considerati in modo sistematico gli aspetti psicologici quali l’eventuale presenza di depressione, ansia, l’essere ottimisti o la partecipazione ad attività sociali. Questi fattori possono invece risultare rilevanti quando si studiano aspetti legati alla qualità della vita e al significato che le persone attribuiscono all’esistenza, organizzando la propria vita in obiettivi.
Alimujiang e collaboratori hanno quindi condotto una ricerca per studiare quale fosse il legame tra il progetto di vita e mortalità, considerandone anche le cause specifiche.
Lo studio, dal titolo “Association between life purpose and mortality among US adults older than 50 years” è stato pubblicato nel 2019 sulla rivista JAMA Network Open.
Gli autori si sono serviti dei dati raccolti in uno studio di coorte iniziato nel 1992. In uno studio di coorte viene presa in considerazione una popolazione che ha in comune determinate caratteristiche, come quelle anagrafiche. Di questo gruppo vengono raccolti i dati in modo continuativo, per un periodo di tempo prestabilito. Nella ricerca di Alimujiang e collaboratori sono stati considerati i dati da uno studio chiamato “The Health and Retirement Study”, condotto negli Stati Uniti d’America. I dati erano stati raccolti a partire dal 1992 e includevano informazioni sulla popolazione americana, dai 50 in su, su aspetti legati al benessere psicologico. Gli altri dati raccolti erano legati al progetto di vita, utilizzando, a partire dal 2006, una valutazione denominata modified Ryff and Keyes Scales of Psychological Well-being assessment.
I ricercatori hanno quindi utilizzato i dati raccolti dal 2006 al 2010 dallo studio The Health and Retirement Study, che in quel periodo temporale includeva la valutazione del progetto di vita. Sono stati raccolti i dati per 6985 persone. Alla fine della raccolta è stato calcolato quale fosse il numero di partecipanti, di età avanzata, che era deceduto nell’ultimo periodo della raccolta dei dati. Di questi soggetti, gli autori si sono focalizzati sulle quattro più comuni cause di mortalità, qui elencate:
- Problemi circolatori e cardiaci
- Presenza di tumori
- Complicanze del sistema respiratorio
- Condizioni legate al sistema digestivo
Dai risultati dello studio è emerso che, in generale, avere un basso punteggio al test che misurava il progetto di vita, fosse associato a una mortalità più alta. Andando a vedere le cause specifiche del decesso, gli autori hanno osservato un’associazione tra un punteggio minore al test sul progetto di vita e la mortalità legata a problemi di tipo respiratorio e cardiaco.
Ricerche condotte precedentemente potrebbero suggerire ipotesi interpretative di questa associazione. È stato proposto che avere un progetto di vita ben definito possa incidere negativamente sulla presenza di cortisolo e su indici infiammatori che tipicamente sono associati a un aumentato rischio di mortalità.
In conclusione, grazie a questa ricerca e a studi precedenti, è stato possibile confermare l’ipotesi di un’associazione tra la presenza di scopi nella nostra vita, concetto psicologico rilevante quando si parla di invecchiamento, e il tasso di sopravvivenza della popolazione di età avanzata.
Sono già stati individuati degli interventi che hanno l’obiettivo di migliorare la salute psico-fisica e la qualità della vita, dalla meditazione alle terapie integrate che promuovono il benessere psicologico. In futuro, grazie ad ulteriori approfondimenti in questo ambito, gli autori suggeriscono che potrebbe essere interessante ideare e programmare interventi più specifici che agiscano sul miglioramento del benessere, insieme alla costruzione e al mantenimento dei progetti di vita, soprattutto durante l’invecchiamento.
Qui possiamo vedere un video che riassume i risultati dello studio sopra presentato
Riferimenti bibliografici:
- Cohen R, Bavishi C, Rozanski A. Purpose in life and its relationship to all-cause mortality and cardiovascular events: a meta-analysis. Psychosom Med. 2016;78(2):122-133. doi:10.1097/PSY.0000000000000274
- Alimujiang, A., Wiensch, A., Boss, J., Fleischer, N. L., Mondul, A. M., McLean, K., … & Pearce, C. L. (2019). Association between life purpose and mortality among US adults older than 50 years. JAMA network open, 2(5), e194270-e194270.